lunedì 14 novembre 2011

SE NON SI TROVANO NUOVE PAROLE NON E' LA MIA RIVOLUZIONE!!




Sono arrivata all'Aquila nel tardo pomeriggio di Venerdi 11, l'equipaggio toscano era numeroso e direi anche bene assortito..con noi, alla guida dell'auto, c'era anche l'unico uomo che ha partecipato alla nostra assemblea! Paolo è una persona veramente gentile,ha scritto una bella e accorata lettera e così abbiamo pensato di invitarlo: sostenitore di principi antichi e rivoluzionari, nessuna di noi lo conosceva, ma sia il lungo viaggio che le due giornate all'Aquila, hanno gettato i semi per una bella amicizia! La mattina del sabato, quando ancora le altre dormivano, ho fatto colazione in albergo e con la mappa della città mi sono incamminata verso il centro. Una lunga salita mi ha portato fino all'arco situato vicino alle famose novanatanove cannelle: in un silenzio surreale solo lo scrosciare silenzioso e sommesso di 99 fontanelle; da quel momento in poi solo palazzi semidistrutti impalcature e supporti di sicurezza,crepe nelle pareti, recinti e reticolati con appesi mazzi di fiori, piccole dediche, foto un po' annebbiate. Continuo nel mio cammino per raggiungere il punto di incontro dove il bus navetta ci avrebbe portato in piazza delle Arti per continuare il lavoro dei gruppi.
Procedevo lentamente con la macchina fotografica pronta per scattare alcune foto: ma le immagini nel riguardarle non mi restituivano proprio niente di quello che con gli occhi avevo visto, l'obiettivo metteva a fuoco ma solo il mio sentire poteva dare un senso: e così avanti fino ad incrociare quella che era stata la casa dello studente, un silenzio assordante e un palazzo sventrato e anche lì tante immagini e biglietti e scritte per non dimenticare......Sento di essere ormai in preda a quella che a quanto pare è una sindrome comune alle persone che visitano l'Aquila del dopo terremoto: non ci sono parole, le "terre mutate" non si possono raccontare o descrivere, perchè sono un non- luogo e come tale abita solo le nostre coscienze. - Ecco perchè le donne aquilane e tutti a gli abitanti chiedono di andare a visitarla perchè loro stessi non hanno parole per descrivere, per spiegare che le macerie dell'Aquila non sono quelle causate dal terremoto ma sono la testimonianza dell'incuria, dell'ingiustizia della sfrontatezza di una classe politica arrogante e insensibile. Sono la muta testimonianza di una serie di diritti negati in nome del profitto e dell'interesse personale. Gli aquilani chiedono la nostra attenzione ed il nostro impegno perchè questi luoghi possano essere riconsegnati alla storia ed alla vita e noi abbiamo il dovere di trovare nuove parole per la nostra rivoluzione.

"parole chiave": BENE COMUNE, diritto collettivo, dalla parola ambiente alla parola natura, USI CIVICI, " disubbidienza civile, MATRIA, etica ecologista,rispetto, etc etc ...
GRAZIE AQUILA, GRAZIE SPLENDIDE DONNE AQUILANE

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